
La Sicilia si conferma sempre terra di grande diffusione della biodiversità di interesse agrario. La irregolare orografia ha contribuito ad impedire la diffusione di grandi sistemi produttivi intensivi che hanno favorito la conservazione di un’agricoltura che ha conservato, tra mille difficoltà, modelli di gestione legati ancor oggi alla agrobiodiversità selezionata dagli agricoltori.
Questi modelli sono sempre più sotto forte pressione con un diffuso rischio di erosione non solo delle risorse genetiche ma anche delle trazioni culturali che sono ad esse strettamente legate.
La necessità di rafforzare le politiche legate ad una concreta transizione ecologica è pienamente presente nel programma della Commissione Europea denominato Green New Deal e il successivo rilascio delle strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030 attribuiscono un ruolo centrale alla agrobiodiversità quale strumento indispensabile sia per le politiche ecologiche di sviluppo rurale che per il rafforzamento di politiche sociali e culturali strettamente connessi con lo sviluppo territoriale.
In questa ottica, rilevate le grandi preoccupazioni in termini di erosione genetica, ll progetto Risorse Genetiche Vegetali di Sicilia, attuato tra il 2005 e il 2009 dall’Amministrazione regionale attraverso l’attività dei Servizi allo Sviluppo sul territorio, in collaborazione con Istituzioni scientifiche impegnate nella salvaguardia e nella caratterizzazione della biodiversità, ha permesso di mettere in evidenza che ancora oggi è realmente esistente un patrimonio di germoplasma frutticolo di inestimabile importanza dislocato in molte aree del territorio regionale anche se in uno stato di elevato rischio di erosione genetica. La programmazione 2007/2013 ha permesso di attivare banche di germoplasma in vivo e in vitro presso le Istituzioni scientifiche coinvolte (Università, CNR, CREA) così come presso i Centri regionali per la Conservazione della biodiversità ma per la prima volta è stata anche attivata una rete di oltre 100 agricoltori custodi che si sono impegnati a costituire e mantenere nuclei di conservazione con specie, accessioni, cultivar ed ecotipi differenziati. Anche la programmazione in atto (2014/2020) vede un consistente impegno dell’Amministrazione regionale nel rafforzamento delle politiche di conservazione e caratterizzazione della biodiversità di interesse agrario, sia vegetale che animale.
Tale lavoro si concretizza nella costituzione del Paulsen – Centro Regionale per la Conservazione della Biodiversità Agraria, un centro di alto profilo organizzativo che ha attivato il repertorio regionale delle risorse genetiche per come previsto dalla Legge Regionale n. 19 del 2013 “Tutela e valorizzazione delle risorse genetiche ‘Born in Sicily’ per l’agricoltura e l’alimentazione” (https://www.vivaiopaulsen.it/conservazione-della-biodiversita/) .
L’approccio ecosistemico alla pianificazione ambientale e territoriale è ormai inquadrato non solo quale modello di indagine territoriale e di pianificazione ma anche quale strumento legato alla formulazione di iniziative importanti di biologia della conservazione del patrimonio indigeno ed autoctono e della pianificazione territoriale. Solo attraverso l’integrazione culturale, scientifica e professionale si pone la biodiversità e il paesaggio al centro della politica di conservazione del territorio e della sua identità sviluppando una metodologia in grado di delimitare ambienti con connotati di unicità e specificità, legati indissolubilmente all’attività antropica nell’impegno quotidiano di uso e valorizzazione di risorse locali.
L’attività svolta per l’attivazione delle Comunità del cibo e della biodiversità (ex L. 194/2015) ha permesso di evidenziare una forte esigenza di ‘comunità’ tra gli agricoltori custodi coinvolti e un forte impegno verso sistemi di valorizzazione della agrobiodiversità che passi per il coinvolgimento del territorio e per la condivisione di tutte le componenti della società civile. Per questa ragione, i virtuosi risultati conseguiti hanno indirizzato l’Amministrazione regionale a rafforzare questo impegno attraverso il presente progetto TRAVELBIO con la nascita degli itinerari regionali della biodiversità e il coinvolgimento culturale delle scuole e degli istituti scolastici per animare l’educazione di settore a partire dalle generazioni più giovani.